Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

Santi da Antropologa

Credo che più o meno tutti gli anni scrivo un articolo sulla festa dei Santi e dei Defunti, che per la nostra gente è una delle feste più grandi, se non la maggiore. Ma in questo 2017 l’ho sentita molto più intensamente, forse per vari motivi, uno dei quali è che ho scelto questo momento celebrativo come oggetto di studio per una piccola monografia di un lavoro di campo antropologico.


Ho fatto alcune interviste, anche se con scarsi risultati. Quindi ho osservato e scritto secondo uno stile e metodo che mi ha attratto fin dall’inizio: la descrizione densa. Mi piace questo nome, in fondo rispecchia un poco la filosofia di questo blog: descrivere la missione con i cinque sensi più uno, in maniera densa. Non ho ancora finito il mio lavoro, il tempo vola ed io rimango indietro... Ma alle volte cambiare il punto di vista non è male. Guardare la realtà con occhi da antropologa (novellina) fa vedere aspetti che forse prima non erano percepiti, o semplicemente non considerati.

Ed è così che ho “tumbeado”, cioè ho visitato gli altari dei morti recenti, preparati nelle case, che la gente chiama “tombe”: ho messo al lavoro tutti i sensi, la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto. Ho registrato le espressioni della gente. La descrizione è densa perché l’esperienza è densa.

La prof di etnologia ci ha fatto fare un esercizio di osservazione, il mese precedente: consegnando il lavoro corretto, mi ha scritto: “Questo esercizio sia il primo di una serie che le permetta di diventare ogni volta più sensibile all’altro e al suo dolore”. Mi ha toccato molto: quando ho studiato antropologia in Italia non mi hanno mai sottolineato, come fanno qui in Bolivia, il peso etico e sociale del lavoro. Parlano di una Antropologia al servizio della vita, di un’osservazione e studio che servano alla gente per uscire dai propri problemi e poter vivere pienamente.
Ed è così, che forse per questa prospettiva, mi ritrovo ad essere un po’ più sensibile alla mia gente. In Antropologia si parla di empatia, di assumere il punto di vista dell’altro. Insomma, è un bell’esercizio per decentrarsi un poco e mettersi nei panni dell’ altro. Ed mettermi un po’ più al suo servizio...



Per la prima volta in cinque anni abbiamo oltrepassato i limiti di Vilacaya e il giorno 2 siamo state a Vera Cruz al cimitero e il 3 a Tocla, dove una famiglia aveva preparato l’altare per il figlio di 17 anni che era morto in marzo. La gente è stata sommamente riconoscente per questa vicinanza, sia i nostri vicini di Vera Cruz, sia la gente di Tocla. Le due visite sono state frutto di un invito di famiglie che avevano preparato l’altare/tomba. Questo mi fa pensare a quanto bene fa la nostra presenza
Santi da Antropologa Santi da Antropologa Reviewed by abconsolata on 01:30 Rating: 5

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