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Un fiore sbocciato

Non trovo un’immagine più bella di questa: un fiore che è sbocciato, un bocciolo stupendo, chiuso chiuso, che poi si è aperto donando la sua bellezza. Questa è Juana, una di quelle giovani che ho nel cuore, in un posto molto speciale.

Qualche anno fa, sua mamma è morta improvvisamente per un attacco cardiaco. Juana e suo fratello Anselmo si sono ritrovati soli in un batter d’occhio (qualche anno prima era morto il padre, anche lui d’improvviso). Due adolescenti, insieme a una zia sordomuta, che hanno saputo rimboccarsi le maniche e andare avanti, con il sudore della fronte e molta voglia di farcela.
E’ stato il Professor Jorge che ce li ha fatti conoscere, sapendo la situazione critica che stavano vivendo. Suor Gabriella e suor María Elena (in quel tempo io mi trovavo in Italia) hanno accolto una Juana timidissima, che non alzava la testa e che sudava goccioloni quando pronunciava anche solo un monosillabo. “Aiutatemi, per favore...”, ha ripetuto varie volte, in quel primo incontro.



Le sorelle già sapevano del momento complicato che stava vivendo con il suo fratellino, e hanno iniziato a dar loro, ogni mese, un piccolo contributo per poter studiare. E così Juana, l’ultima o la prima domenica del mese, arriva presto a Vilacaya, dopo aver camminato due ore. Nel suo aguayo porta sempre qualcosa da condividere: cipolle, mais, carote...

Con gli anni le gocce di sudore, dovute allo sforzo di sconfiggere la timidezza per aprire bocca e parlare, sono diminuite fino a quasi sparire. A fine 2017 Juana ha finito il corso di taglio e cucito, e dal suo aguayo, una domenica mattina, sono uscite un regalo e un invito: una bellissima cornice con la foto del suo gruppo di scuola e l’invito alla cerimonia di consegna dei diplomi. Eravamo emozionate, e molto felici. Ma cosa regalarle? Un cellulare, perché Juana non ce l’ha, e sogna di aprire il suo negozietto da sarta. Il commercio passa anche attraverso questi mezzi.



“Quando è finito il corso, mi sono sentita triste... Cosa faccio ora? Continuo a studiare... o cosa?” Il bocciolo di rosa, dopo tanti anni, è sbocciato: si è aperto, Juana ha aperto il suo cuore. Abbiamo accolto queste parole con un rispetto e un amore forti, da madri. Le abbiamo assicurato che non l’avremmo abbandonata, piuttosto che vogliamo sostenerla qualsiasi sia la sua scelta.

Il 12 dicembre Juana è entrata, a braccetto della zia, su un tappeto azzurro, mentre tutti applaudivano. Ha ricevuto la fascia, come si usa qui, e noi le abbiamo dato dei fiori. Dopo due settimane è apparsa a Vilacaya, ed abbiamo parlato a lungo. Juana vorrebbe continuare a perfezionarsi in taglio e cucito. Il corso è alla sera, perciò questo non esclude che possa, allo stesso tempo, iniziare a fare le sue esperienze lavorative. “Sai, Juanita” le dico “la comunità di Tañavillque ha un Centro di Madri, e le mamme da due anni ci stanno chiedendo aiuto per imparare a cucire. A te piacerebbe farlo?”. Il suo volto si illumina: “Si, mi piacerebbe” non molte parole, ma molto eloquenti. Inizia un cammino, il cammino del fiore sbocciato che, dopo tante intemperie, può aprirsi splendido al sole che lo bacia. 


Un fiore sbocciato Un fiore sbocciato Reviewed by abconsolata on 01:30 Rating: 5

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